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Dal fondo salvaimprese tre miliardi per le pmi

di Rossella Bocciarelli

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28 novembre 2009

La riunione tecnica ad alto livello si è tenuta ieri. A via XX settembre, infatti, il direttore generale del ministero dell'Economia, Vittorio Grilli, ha convocato tutti gli interessati al battesimo del fondo a partecipazione mista finalizzato alla patrimonializzazione delle piccole e medie imprese.Dall'incontro è uscito il disco verde a procedere operativamente già dalla prossima settimana, definendo la corporate governance della Sgr che sarà chiamata a gestire il Fondo, fortemente voluto dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. Il fondo salvaimprese coordinato dal Tesoro sarà presentato «in tempi rapidi» e probabilmente «prima di Natale» ha confermato ieri anche Gaetano Micciché, responsabile corporate di Intesa Sanpaolo. «Siamo a un ottimo punto - ha dichiarato a proposito del fondo che vede coinvolte Intesa Sanpaolo, UniCredit, Mps e la Cassa Depositi e Prestiti - E' stata definita la struttura dell'iniziativa, coinvolgeremo adesso Confindustria e Abi e poi andrà avanti la fase realizzativa che vedrà un momento di presentazione alla stampa in tempi rapidi, prima di Natale». Micciché ha inoltre precisato che il progetto prevede un unico fondo per il sostegno alle Piccole e Medie imprese. L'idea del ministro Tremonti è quella di poter emulare in futuro le mosse della Caisse de Depots (per l'appunto l'equivalente della nostra Cassa depositi e prestiti) che ha firmato un accordo quadro di cooperazione con la Cina e mira alla la costituzione di un fondo di private equity per il sostengo delle pmi, con la partecipazione al capitale della China Development bank. Intanto, però, si partirà con la presenza e il capitale delle banche italiane. Accanto agli esperti del ministero (oltre a Grilli era presente il dirigente generale del Tesoro Andrea Montanino) e della Cassa depositi e prestiti rappresentata dall'amministratore delegato, Massimo Varazzani, al meeting di ieri a via XX settembre c'erano i dirigenti delle tre banche pronte a partire nel gruppo di testa del costituendo fondo di private equity: Unicredit (rappresentata da Piergiorgio Peluso, responsabile delle attività di investment banking) Intesa San Paolo (con Miccichè);il terzo gruppo bancario che sarà nel gruppo di testa dei soci, il Monte dei Paschi di Siena ieri era rappresentato dal suo vicedirettore generale e responsabile della direzione corporate banking, Antonio Marino. Gli esperti hanno presentato il progetto ai responsabili delle due associazioni che dal punto di vista strategico nutrono un interesse a fa nascere il fondo misto, vale a dire l'Abi(alla riunione era presente il direttore generale, Giovanni Sabatini) e la Confindustria (era presente il direttore generale Giampaolo Galli).A questo punto il prossimo passaggio, previsto per la prossima settimana, è la definizione del ponte di comando,cioè lo steering committee della società di gestione del fondo, società che dovrebbe essere cooordinata da Montanino. Una volta tenuta a battesimo la Sgr, per far partire la quale bastano un paio di milioni (e nella quale quindi potrebbero mettere un gettone di presenza anche le associazioni datoriali) entreranno in campo, con un apporto di fondi molto più consistente, le banche e la Cassa depositi e prestiti: il first closing dovrebbe essere intorno al miliardo, ma l'obiettivo è arrivare nel tempo, coinvolgendo anche altri soggetti attraverso il collocamento delle quote, a un tetto di tre miliardi: sarà questa la dotazione di un fondo di private equity con una durata sui 10-15 anni e un target mirato su quelle imprese che abbiano un fatturato compreso fra i 10 e i 100 milioni: si tratta in pratica di circa 10-15 mila aziende, che hanno potenzialità di crescere e che possono essere interessate a fa entrare nel capitale, in posizione di minoranza questo particolare tipo di investitore istituzionale.

28 novembre 2009
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